Alle cose belle si finisce per abituarsi e per darle per scontate. Così a maggio dello scorso anno, quando ottenemmo il permesso dalla direttrice della casa di riposo, di portare a casa Vova e Natasha per la durata dei lavori di ristrutturazione dell’Istituto, ci sembrava un sogno.
Un mese intero, dicevamo. Poi, senza più farci troppo caso, i mesi sono passati e ci sembrava scontato averli a casa. Fino a pochi giorni fa, quando abbiamo ricevuto la chiamata con la richiesta di riportarli in istituto. E tutto ricomincia da capo. La sofferenza per la separazione, i dubbi circa il futuro, l’impegno a bussare a tutte le porte possibili e impossibili, con la speranza di sentirsi dire, alla fine, un sì definitivo capace di ridar loro la serenità, e la certezza di appartenere per sempre ad un luogo, il Villaggio dell’Arca. Stiamo lavorando perché questo non avvenga più.